Dalle origini al XIV secolo

La prima fase evidenzia un impianto a parallelogramma costituito da un solo livello fuori terra (TAVOLA.1 e TAVOLA.1A). Tale considerazione oltre a verificare e prendere atto di quanto affermato dal Ricciardi a proposito dell’antichità del piano terra rispetto al secondo in relazione alla presenza, chiaramente individuabile tuttora, della merlatura sulle murature perimetrali, scaturisce anche dalle differenze tipologiche e spaziali degli ambienti, evidenti soprattutto nell'ala della Sala del Malconsiglio: il piano terra e costituito da una successione di ambienti coperti con volte a crociera con eleganti e slanciati archi ogivali, mentre il piano superiore e caratterizzato da possenti arconi a tutto sesto che scandiscono lo sviluppo della volta a botte. La zona sud-ovest ha un andamento rigorosamente quadrangolare, con l'ala destra più ampia della sinistra, ma ambedue spazialmente ripartite internamente in maniera perfettamente modulare, e il braccio trasversale di unione che, proprio perché non mostra una tale geometrica regolarità, desta qualche perplessità circa la contemporaneità costruttiva con le altre due ali. Tale perplessità si evidenzia anche e soprattutto nella mancanza di allineamento dello spigolo destro del fronte interno, che si ritrova al secondo livello in corrispondenza dell’accesso alla "Sala della Stella”. Questa anomalia porterebbe a pensare che la costruzione di questo lato sia avvenuta dopo la soprelevazione degli altri due e che il muro di cinta fosse provvisto unicamente di camminamenti di ronda. Alternativa a tale ipotesi, più attendibile, sarebbe il considerare l'espediente d'angolo realizzalo dopo il terremoto per una più efficace distribuzione degli accessi ai vari ambienti. D’altro canto, il ballatoio attraverso cui si accede nella Sala della Stella e chiaramente una aggiunta moderna. Un ultima considerazione che conforta questa tesi e costituita da un altra descrizione del Ricciardi il quale, dopo aver riferito che: “Entrandosi in somma nel piano superiore, dopo essersi percorsa lunga fila di sale e camere per due lati del Castello, arrivasi al lato settentrionale nel cui angolo Nord-est vedesi una saletta detta Sala della Stella...” chiarisce che: “Di queste località si parla qui come esse erano prima de 16 dicembre 1857. Pel tremuoto allora avvenuto tutto si è ora cambiato.” Questa zona costituisce il nucleo residenziale del castello. Il corpo ubicato a nord-est che contiene la porta di accesso originaria e il cosidetto mastio, dei quali parleremo in seguito, si sviluppa in forma triangolare e costituendo una sorta di antemurale, è la zona riservata agli armigeri. Le mura perimetrali di questo impianto sono costellate da torri, circolari ai vertici, quadrangolari quelle intermedie. Un simile impianto richiama analoghe fabbrichemilitari federiciane: non essendoci alcun riferimento, però, nella pur copiosa letteratura relativa alle opere fortificate di Federico II, del Castello di Miglionico, probabilmente la sua costruzione è posteriore a tale periodo e potremmo farla risalire a cavallo della meta del XIV secolo. D’altra parte una attenta lettura dei caratteri architettonici conforterebbe tale tesi: portali e finestre archiacute, volte goticheggianti sono frequenti al piano terra. E probabile, quindi, che i progettisti abbiano preso a modello gli impianti svevi, e solo l'orografia del terreno abbia impedito un impianto analogo a quello del castello di Lagopesole. Nuove e pressanti esigenze di carattere difensivo avranno indotto i realizzatori ad avanzare in maniera più concreta le torri rispetto al perimetro delle mura. La ricostruzione ipotizzata di questa prima fase (TAVOLA.1 e TAVOLA.1A) evidenzia tre elementi fondamentali:

Tavola 1 Tavola 1A


1) Il perimetro sud-est della costruzione e privo dei manufatti che saranno il risultato di ampliamenti successivi:
a) il corpo compreso tra i due alti barbacani può essere ricondotto a fasi cinque-seicentesche;
b) il fabbricato che si sviluppa a lato dell’attuale portale e una costruzione riconducibile alla fine ottocento inizi novecento;
c) la cosidetta cappella che le fonti storiche e i caratteri formali daterebbero al XIV secolo, per evidenti considerazioni di carattere logistico (si veniva a trovare all’esterno della cinta muraria), inducono a non accettare tale stato di cose. Purtroppo le varie trasformazioni e cambiamenti d’uso subiti da questi ambienti (prima frantoio, poi falegnameria), impediscono, al momento attuale, di chiarire il problema;

 

2) Lungo il perimetro sud-est della costruzione, libero quindi dei manufatti di cui sopra, si ergono altre tre torri, in analogia a quanto presente sul lato opposto: due quadrangolari intermedie, una circolare posta all’attacco del corpo quadrangolare con il triangolare. Il lato est quindi del corpo triangolare e costituito unicamente dalla torre quadrangolare intermedia al muro di cinta al quale, dalla parte interna, si addossa la scalinata attraverso cui si accede sia al camminamento di ronda sovrastante detto muro di cinta, sia a quelli che si sviluppano lungo tutto il perimetro del castello: tale perimetro è caratterizzato, come già riferito, da una merlatura ancora individuabile nella muratura (VEDI FOTO A - VEDI FOTO B).  Sul fronte interno di questa, sul lato settentrionale, al di sopra della copertura dei locali oggetto di ricostruzione dopo il terremoto, sono evidenti i fori per l’alloggiamento delle travature lignee di sostegno dei camminamenti. Al vertice dell’area triangolare e molto probabilmente nel sito ove attualmente si apre il portale di accesso, non originario, ma costruito dopo la confisca del 1829, e con evidenti segni di rimaneggiamenti dovuti presumibilmente alla ricostruzione post-terremoto, si potrebbe supporre la presenza del mastio. Una testimonianza in tal senso ci viene da Nicola De Ruggeri il quale, nel 1940, descrivendo il castello, lo cita munito di "sette torri, tre quadrate, tre agli angoli formate da doppie torri, una diroccata a destra entrando nel portone......). Considerando che anche il Ricciardi parla di sette torri e non essendo più esistenti quelle inglobate negli ampliamenti cinque-seicenieschi dell’ala sud-est, si potrebbe affermare, con una buona approssimazione, che l’area dell’attuale portale è caratterizzata dalla presenza di questa torre, più alta delle altre, dalla quale si può spaziare, oltre che sul territorio circostante, anche sull’intero paese. Cosi impostato l’impianto di Miglionico risponderebbe ai canoni delle costruzioni fortificate con la costante presenza del mastio. Inoltre, questa torre serve anche quale elemento di difesa dell’antica porta di accesso.

FOTO A FOTO B

3) L’antica porta di accesso, scomparsa a seguito delle ricostruzioni e trasformazioni dei luoghi dopo il terremoto, si apriva sul lato nord del corpo triangolare. Il Ricciardi la riporta ancora esistente al 1867, anche se in fase di profonda trasformazione, e ci fornisce una descrizione della stessa che permette di risalire, con buona approssimazione, al sito originario: "II suo ingresso adunque preceduto da un lungo e largo spianato , oggi guarda il Nord-Est : ma l’antica sua Porta era pero a fianco della presente , cioè guardava il Sud. Di questa porta , già posta su di un masso di fabbricato ch’estendesi d’innanzi come un davanzale , sul quale esser doveva un antiporta , veggonsi ancora in buono stato i pilastrini con l’architrave, di pietre intagliate. Accanto del detto architrave ci stanno come due Tigri anco di viva pietra , e nel sommo vedesi lo stemma baronale de Bisignani , formato da uno scudo inclinato con una fascia a traverso , sopra del quale e posto un cimiero , con morione abbassato , dalla cui sommità escono due grandi corna bovine... Sul detto architrave vedevansi inoltre , sino a non molti anni addietro , gli antichi merli con le petriere sporgenti , ed uno stretto loggiato per accorrere in giro , a difesa della porta. Ormai merli e petriere sono scomparsi, ed ora mi dicono che va pure ad essere distrutta la intiera porta per nuova costruzione, che sta facendo il proprietario. Per questa antica porta adunque entratosi nell atrio interno, nel bel mezzo vedesi l’antico cisternone , e la lunga gradinata......". Il De Ruggeri, riprendendo quanto riferito dal Ricciardi, localizza la porta alla sinistra dell’attuale accesso: "L’ingresso al castello è al lato N.O., ma l'antica porta (cui accedevasi solo dopo aver attraversato il ponte levatoio!?) a sinistra dell’attuale, a Sud. fu murata per la sovrappostavi nuova antiartistica costruzione di cui innanzi. Questa antica porta, in corrispondenza all’interno della corte, mostra lo stemma dei Bisignano (che stava sull’arco superiore) ...." "Accanto alla detta antica porta (all’interno) vedesi ancora a destra un avanzo di una sola delle tigri che la fiancheggiavano.” Come si può ben intendere, la porta cui fa cenno il De Ruggeri, è l’arcata tompagnata, sulla sinistra dell’ingresso. Considerando le ridotte dimensioni di questa, e gli spazi limitati di tale luogo, con la presenza del mastio e la lunga scalinata che occupa quasi interamente questo lato delle mura, risulta arduo localizzarvi la porta. Certamente quello che avrà indotto il De Ruggeri a questa considerazione sarà stata l'orientamento su citato: “II suo ingresso (.......) oggi guarda il Nord-Est.; ma l’antica sua Porta (........) guardava il Sud”. Probabilmente lo storico, nel descrivere la porta antica la guarda dall’esterno del fabbricato (e non poteva fare altrimenti essendo la stessa inglobata in abitazioni private, e descrivendone le decorazioni che evidentemente erano poste sul fronte esterno e non interno, in maniera cosi dettagliata), mentre quella attuale la osserva dall’interno del cortile. Gli elementi scultorei decorativi, descritti sopra, sono ancora presenti all'interno dell’atrio, inseriti nella

FOTO

muratura della scalinata (VEDI FOTO). Mentre non è individuabile, al momento, alcun elemento che possa indicarci con certezza la posizione della porta. Nella ricostruzione allegata, questa e stata posizionata accanto all’attuale accesso, riconoscendo nella porzione di muratura presente alla base del piedritto destro del portale i resti di quel “Masso di fabbricato ch’estendesi d’innanzi come un davanzale". D’altro canto, sul paramento esterno del muro di cinta si intravede una discontinuità muraria che potrebbe far pensare ad una apertura successivamente tompagnata. Inoltre lo spigolo di muratura che si eleva da tale masso, chiaramente tagliato sino all’altezza in cui è costruito con pietre squadrate, potrebbe costituire il fianco dell antiporta. Una ultima considerazione da farsi per confortare la tesi della ubicazione dell’antica porta riguarda la strada di accesso. L’unica strada che corre sul lato orientale è quella che conduce alla Porta Pomarico (quella cioè che attualmente sale dalla nuova fontana pubblica -Pila-, passando davanti al Palazzo Comunale): ma questa giungeva nei pressi del castello, nel luogo ipotizzato dal De Ruggeri per l’ubicazione della porta, attraverso un sentiero abbastanza ripido. Riferendoci, invece, alla localizzazione della porta così come enunciata precedentemente, l'attuale estramurale che costeggia il paese partendo dalla fontana pubblica nei pressi del bivio per Grottole, giunge sin sotto il Castello e davanti alla porta alla quale si arriva dopo aver percorso tre rampe a tornanti. In altre parole, l’ingresso si viene cosi a trovare più alto del piano di posa delle mura perimetrali ed è accessibile unicamente mediante i due terrapieni: chiunque tenta di entrare è esposto al tiro delle sentinelle in condizioni di inferiorità e disagio. Analoga situazione si riscontra nel Castello di Lagopesole. Le sistemazioni della strada e del piazzale anteriore hanno cancellato qualsiasi traccia di questo stato di cose.

 

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